Il monito di Giorgetti: “Serve biodiversità bancaria”
Durante un evento della Lega ad Ancona, il ministro Giancarlo Giorgetti ha criticato apertamente il trend di concentrazione del settore bancario. “Le regole attuali favoriscono solo le grandi banche, che fanno grandissimi profitti ma si dimenticano della loro missione originaria: concedere credito alle imprese, soprattutto alle piccole”, ha dichiarato. Giorgetti ha sottolineato la necessità di preservare la “biodiversità bancaria”, un concetto che richiama l’importanza di un sistema finanziario variegato e inclusivo.
Utili record
Secondo dati recenti, nel 2024 le prime sette banche italiane – Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps, Bper, Popolare di Sondrio e Credem – hanno registrato utili record di circa 25 miliardi di euro, con dividendi distribuiti per 21 miliardi.
Le grandi manovre: fusioni e acquisizioni in corso
Il 2024 è stato definito “il terzo anno record per i grandi gruppi bancari”, con una crescita della redditività che ha aperto la strada a nuove operazioni di fusione e acquisizione. Tra queste spiccano l’Opa di Banco Bpm su Anima, lanciata a novembre 2023 e ritoccata a febbraio 2024, e le proposte di Unicredit su Banco Bpm, Mps su Mediobanca, Bper su Popolare di Sondrio e Banca Ifis su illimity Bank.
Queste operazioni coinvolgono oltre 100.000 lavoratori, circa un terzo dei dipendenti del settore bancario italiano. “È essenziale garantire più occupazione e maggiore attenzione agli effetti della trasformazione digitale e ai temi dello sviluppo sostenibile”, ha commentato un analista del settore.
La torta da 5.000 miliardi: chi beneficia davvero?
Nel 2024, la raccolta diretta totale delle banche italiane ha raggiunto i 2.095 miliardi di euro, di cui 1.506 miliardi gestiti dai primi sette gruppi bancari. La raccolta indiretta, invece, ammonta a 3.045 miliardi, con le top 7 banche che controllano il 56,8% del totale. Una torta da oltre 5.000 miliardi di euro che, secondo gli esperti, le banche si stanno preparando a spartirsi in vista di un calo dei tassi d’interesse e di margini più bassi.
Il futuro incerto del credito alle PMI
Nonostante questa effervescenza del settore, le piccole e medie imprese italiane rischiano di rimanere senza il sostegno finanziario di cui hanno bisogno. “Se le banche continuano a privilegiare gli utili a breve termine, il tessuto produttivo del Paese ne pagherà le conseguenze”, ha avvertito Giorgetti.
La sfida per il governo e per il settore bancario sarà trovare un equilibrio tra redditività e sostegno all’economia reale, garantendo che il “grande risiko” in corso non lasci indietro nessuno.
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