Roma, 20 marzo – Che l’industria farmaceutica italiana sia una delle locomotive dell’economia nazionale è una realtà conclamata: le Fab13, ovvero le storiche multinazionali a capitale italiano di Farmindustria (in ordine rigorosamente alfabetico: Alfasigma, Abiogen Pharma, Angelini Pharma, Chiesi Farmaceutici, Dompé Farmaceutici, IBN Savio, Italfarmaco, Kedrion, Menarini, Molteni, Neopharmed Gentili, Recordati e Zambon) nel 2023 hanno “macinato” 16,8 miliardi di euro di ricavi, segnando una crescita del +60% rispetto al 2016. Quasi 13 di quei miliardi (12,8 per l’esattezza, il 76% del totale), arrivano dall’estero, a conferma della centralità delle Fab13 nell’innovazione, nella ricerca e nella crescita economica del Paese,
Lo rivela l’ultimo rapporto di Fondazione Edison dedicato appunto alle 13 aziende di punta del pharma italiano, presentato il 17 febbraio a Milano, in un evento nel quale Marco Fortis, vicepresidente di Fondazione Edison, e Sebastiano Barisoni, vicedirettore esecutivo di Radio24 (da sinistra, nell’ordine, nella foto del titolo) hanno analizzato i risultati ottenuti dall’industria farmaceutica italiana negli ultimi 20 anni in termini di crescita della produzione, occupazione, ricerca e sviluppo, innovazione ed export.
Come evidenzia il report, le imprese di Fab 13 continuano a espandersi a livello globale:. con 67 siti produttivi e 43 centri di ricerca e sviluppo distribuiti in tutto il mondo, hanno consolidato la loro presenza internazionale mantenendo, al contempo, la direzione strategica e decisionale in Italia dove le vendite interne, al contrario di quanto accade sui mercati esteri, risultano stazionarie. Le 13 multinazionali italiane – ricorda una nota – sono riconosciute come uno dei sette settori di eccellenza del Made in Italy, affiancando comparti strategici come la meccanica, l’alimentare e la moda.
“Le Fab13 hanno saputo, da un lato, mantenere i valori della lunga storia di molte di esse e, dall’altro, puntare su un nuovo futuro fatto di investimenti e tecnologie innovative” ha affermato Fortis. “Hanno inoltre saputo puntare sull’internazionalizzazione, mantenendo tutte ‘cuore e cervello’ in Italia. Questo gruppo di 13 imprese ha superato i 16 miliardi di euro di ricavi (nel 2023, NdR), trainato dal fatturato estero e in particolar modo dalle esportazioni, che ammontano ad una cifra di tutto rispetto: 6,2 miliardi di euro. Per dare l’ordine di grandezza” ha voluto chiarire il vicepresidente di Fondazione Edison “si pensi che il valore della produzione italiana delle Fab13 che viene esportata è superiore all’export totale dell’Italia in India (5,2 miliardi) e non molto distante dall’export totale dell’Italia in Giappone (8 miliardi). E ancora: i 6,2 miliardi di export italiano delle sole Fab13 si collocano tra l’export di 2 colossi dell’eccellenza del Made in Italy: le navi da crociera (4,2 miliardi) e i vini (7,8 miliardi). L’incremento delle esportazioni delle Fab13 nel 2023 (+1 miliardo di euro) ha compensato, da solo, oltre un terzo del calo dell’export complessivo italiano di tutti i prodotti verso la Germania (-2,8 miliardi)”.
Nel 2023, le Fab13 hanno investito complessivamente 3,4 miliardi di euro, di cui oltre un miliardo destinato alla Ricerca & Sviluppo, in crescita del 12% rispetto all’anno precedente. Un impegno significativo è stato dedicato anche alle acquisizioni internazionali, con un investimento di 1,7 miliardi per rafforzare il portafoglio prodotti e l’accesso ai mercati esteri.
Questi investimenti, che rappresentano oltre il 50% delle risorse totali, testimoniano l’impegno delle aziende nel mantenere elevati standard qualitativi e tecnologici, sviluppando farmaci innovativi, terapie personalizzate e trattamenti per malattie rare. Va poi sottolineato che, pur avendo una forte presenza internazionale, queste aziende consolidano tutti i loro bilanci in Italia, garantendo un contributo fiscale rilevante per il Paese, che si traduce in risorse essenziali per il finanziamento della sanità pubblica e della ricerca scientifica. Significativo anche l’impatto del settore sull’occupazione. Oltre 47mila persone lavorano oggi nel comparto: quasi 15mila in Italia – circa il 22% degli addetti dell’intera industria farmaceutica – con una crescita del 3% rispetto al 2022.
“I dati emersi dal rapporto di Fondazione Edison” ha osservato Alberto Chiesi, presidente delle industrie farmaceutiche italiane Fab13 (nella foto) “ci confermano che stiamo andando nella giusta direzione: le Fab 13 sono oggi un motore strategico dell’industria farmaceutica italiana. E’ dunque più che mai necessario consolidare la nostra competitività globale e continuare a generare valore per il Paese: abbiamo bisogno che le istituzioni siano al nostro fianco” ha aggiunto Chiesi “perché è fondamentale un impegno forte e congiunto per affrontare le sfide future. Essere al nostro fianco non deve essere inteso nel senso di sostegno economico, ma nell’evitare di introdurre scelte normative che pregiudichino l’efficienza competitiva raggiunta”.
La lista dei “desiderata” delle aziende farmaceutiche nei confronti di “chi puote” è puntualmente espressa nella nota diramata dopo la presentazione del Rapporto della Fondazione Edison: maggiore comunicazione con i decisori pubblici per sensibilizzare sul valore strategico della farmaceutica; un quadro normativo più chiaro e stabile che favorisca gli investimenti e riduca la burocrazia; il rafforzamento della tutela brevettuale per proteggere l’innovazione e attrarre nuovi investimenti in ricerca; la riduzione della pressione fiscale con la creazione di incentivi per rendere l’Italia un hub di riferimento per la farmaceutica. Niente di più di quanto, insomma, le aziende farmaceutiche vanno chiedendo a politica e istituzioni ormai da anni.
Nel corso dell’evento milanese è stata anche sottolineata la necessità di sostenere la ricerca sui farmaci orfani e sulle terapie innovative, di migliorare la sinergia tra università e imprese per formare e trattenere talenti nel settore scientifico, e di semplificare le procedure di approvazione e accesso ai farmaci, con particolare attenzione alla riduzione delle disomogeneità regionali.
Il rapporto presentato tre giorni fa a Milano conferma dunque che le Fab13 rappresentano un pilastro dell’industria farmaceutica italiana e internazionale. Il loro contributo all’economia nazionale è fondamentale non soltanto in termini di crescita e occupazione, ma anche per il posizionamento dell’Italia tra i leader globali del settore farmaceutico.
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