Sul tavolo 110 milioni di euro e bandi per l’affidamento dei lavori già avviati per oltre 40 milioni. Sono i soldi del PNRR per l’ammodernamento delle reti idriche del Trentino.
Ci sono anche cantieri pronti a partire: a Baselga di Piné per 3,8 milioni, a Cavedine per altri 4, nel comune di Predaia per 5 milioni e mezzo.
Nel caso tutti i lavori finanziati venissero messi a terra si arriverebbe a ridurre le perdite del 10%, vale a dire risparmiare 10 milioni di metri cubi di acqua potabile ogni anno. E non è poco.
Eppure c’è un problema. I lavori vanno conclusi entro il marzo 2026, ma alcuni bandi sono andati per ora deserti. E’ il caso di Tione dove ad oggi nessuna ditta si è fatta avanti.
Le aziende del territorio in grado di fare questa tipologia di lavori non sono molte. E anche quelle fuori regione sono sotto pressione. Aziende che allora optano per i cantieri più facilmente realizzabili, data anche la ghigliottina dei tempi stretti.
Sempre a Tione, ad esempio, occorre sostituire gli allacci alle abitazioni. Come in molti altri comuni trentini risalgono al secondo dopoguerra. E’ lì che ci sono le perdite maggiori. Le tubature della rete sono state invece sostituite più volte. Ma cambiare gli allacci significa interrompere le forniture d’acqua ai privati e gestire i cantieri negli abitati. Lavoro molto complesso.
Agli amministratori locali non resta che fare il proprio meglio per procedere rapidamente. E poi sperare in un rinvio dei tempi da parte dell’Unione europea, scenario difficile da immaginare.
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