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arrivano i primi bus a idrogeno


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Tper ha presentato i primi bus a idrogeno Solaris “Urbino 12 hydrogen”, alimentati a celle di combustibile e acquistati con i fondi del PNRR. 37 bus, 34 a Bologna e 3 a Ferrara, sono stati immatricolati e saranno in servizio entro la fine di questa primavera. Rappresentano l’avanguardia di un progetto che porterà, nel 2026, a 127 bus a idrogeno in servizio a Bologna e 10 a Ferrara.

Sono in corso le procedure e gli allestimenti propedeutici alla messa in servizio, così come la formazione di conducenti e manutentori. E nei depositi si stanno realizzando gli impianti di rifornimento.

Bologna è una delle 100 città europee che si sono fissate l’obiettivo di arrivare alla neutralità carbonica nel 2030, con 20 anni di anticipo rispetto a quando definito dall’Unione Europea con la Missione “Climate neutral and smart cities” del programma Horizon Europe. E Tper dà il suo contributo con 430 milioni di euro di investimenti in mobilità sostenibile entro il 2030, compresi appunto i bus a idrogeno.

I bus a idrogeno di Tper

La prima fornitura di bus FCEV (Fuel Cell Electric Vehicle) a idrogeno è stata aggiudicata a Solaris Italia, che aveva proposto in gara il veicolo Urbino 12 hydrogen. Questo modello è in uso in 35 città di 10 Paesi europei, per un totale di oltre 400 bus già in circolazione e altrettanti in fase di ordine o di prevista consegna. In Italia, questi mezzi saranno presenti anche a Venezia, Modena, Mantova e Pescara.

Oltre al funzionamento silenzioso, tipico dei mezzi a motore elettrico, questi autobus sono a emissioni zero. Combinano idrogeno e ossigeno atmosferico in presenza di un catalizzatore: la cella a combustibile genera l’elettricità necessaria ad azionare un motore elettrico senza combustione termica. L’unica emissione è di vapore acqueo. La cella a combustibile da 70 kW di cui è equipaggiato trae l’idrogeno da cinque serbatoi compositi posizionati sul tetto dell’autobus che possono contenere 37,5 kg di idrogeno, consentendo una percorrenza superiore a 350 chilometri con un singolo pieno.

Per quanto riguarda il comfort dei passeggeri, il bus è dotato di pianale ribassato, di climatizzazione integrale e di impianto di sorveglianza. Come gli altri bus urbani di Tper, ha una piattaforma per l’alloggiamento sicuro di una sedia a rotelle per persone a mobilità ridotta e il posto per un passeggino aperto. L’azienda li fornirà in due configurazioni: a tre porte e a due porte, rispettivamente per le linee urbane e suburbane.

L’investimento per la fornitura dei 127 bus di Bologna è pari a 74,9 milioni di euro: 69,9 milioni di fondi PNRR, di cui era beneficiario il Comune di Bologna, e i restanti 5 milioni sostenuti in autofinanziamento da Tper con risorse proprie. I 10 mezzi che saranno in servizio nel bacino estense hanno, invece, comportato un investimento complessivo di 5,9 milioni di euro: 5,5 milioni di fondi PNRR messi a disposizione dal Comune di Ferrara e 400mila euro autofinanziati da Tper.

La strategia di Tper per l’idrogeno

È ormai qualche anno che Tper sta lavorando sul tema idrogeno. Valutandone costi, logistica e normativa, ma anche la manutenzione. Da qui il piano di introduzione e sviluppo, con il primo importante obiettivo di 137 bus H2 entro il 2026, che risparmieranno l’emissione di 8.300 tonnellate di CO2 ogni anno.

Già prevista la realizzazione di tre stazioni di rifornimento di idrogeno, due a Bologna e una a Ferrara, di cui è stata incaricata PH2, società partecipata dalla stessa Tper e da HGeneration srl del Gruppo Wolftank. A regime, a Bologna ci sarà un terzo impianto di rifornimento.

Tutti e quattro gli impianti saranno parzialmente destinati anche alla produzione di idrogeno e saranno gestiti direttamente da Tper. Un punto importante riguarda la tipologia di idrogeno che sarà “verde o comunque a bassa impronta carbonica”, come previsto dal PNRR. Molto dipenderà, probabilmente, anche dalla facilità di reperimento di idrogeno verde nei prossimi anni.

La trazione elettrica

La scelta della trazione elettrica, anche tramite celle di combustibile alimentate a idrogeno, rientra nell’energy mix di Tper in diverse forme, compresa la nuova rete tranviaria. L’azienda serve anche zone appenniniche e collega le città ai lidi dell’Adriatico e guarda quindi all’uso integrato di più tecnologie a basso, o nullo, impatto ambientale. I classici mezzi elettrici si prestano bene alle tratte urbane, mentre quelli a idrogeno sembrano più promettenti per le tratte suburbane, grazie alla maggiore percorrenza massima.

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di febbraio 2025 di Energia&Mercato. Se vuoi ricevere Energia&Mercato, puoi abbonarti nel nostro shop.



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