PALERMO – “Ho espresso un’esigenza. Quella di completare un certo lavoro e poi andare dal presidente (Schifani, ndr) e fare quello che è giusto fare. Quando accadrà? Le posso assicurare che accadrà a breve”. È risoluto, dall’altra parte del telefono, l’assessore regionale all’Energia e Rifiuti, Roberto Di Mauro.
Il conto alla rovescia
Che ha di fatto dato avvio il conto alla rovescia all’avvicendamento in assessorato. I motivi? Sono presto detti. “È un lavoro stancante ma soprattutto con difficoltà anche incomprensibili – prosegue -. E mi riferisco a tanti dirigenti che in questo settore non ne vogliono proprio sapere di venire. Abbiamo lavorato con dignità e senso di responsabilità. Alla fine la politica è fatta anche di un lavoro parlamentare ed è giusto che questo lavoro lo continuino altri. Noi come gruppo politico ci siamo assunti questa enorme responsabilità”.
Le priorità e i bandi
Prima, però, c’è da far fronte alle priorità del caso. Che sono i bandi legati alla costruzione di nuove dighe: “l’argomento” di questi mesi in Sicilia. “Questo è un assessorato abbandonato da vent’anni. Io ho cercato di fare tutto quello che era possibile da soggetto politico che ha un incarico rognoso. E credo di averlo portato a termine con un’attività essenziale come la definizione dei bandi Fers. O il Piano rifiuti e tutte le opere attività connesse. Abbiamo anche avviato un piano decennale sulle bonifiche. Sul piano energetico siamo avanti a tutti rispetto a procedure e iniziative”.
“Sulle acque e sulle dighe abbiamo messo in campo tutte le energie a nostra disposizione. A Pozzillo sono incorso i lavori. A Palermo, lo stesso. Altre due dighe sono pronte a potere essere bandite. Sull’argomento dighe abbiamo cominciato a dare una identità ad una questione che per la Regione siciliana era divenuta un vero e proprio tabù. Poi, è chiaro che per vedere la realizzazione di una diga occorrono almeno dieci anni: io credo di aver fatto al massimo il mio dovere”.
La successione
Adesso comincia ufficialmente la partita alla successione. “Cosa dico al mio successore? Di restare in assessorato sette giorni su sette. Non c’è orario per questi due dipartimenti. Ogni giorno ci sono sempre quattro/cinque emergenze alle quali far fronte. E queste cose i cittadini devono saperle”.
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