MANCIANO
Mattia Lusini è un giovane agricoltore maremmano, ha 27 anni e ha già messo in cassaforte un’importante esperienza, quella cioè di spiegare alla premier Giorgia Meloni il suo progetto di agricoltura 4.0. Mattia è un ragazzo che ha fatto delle sue due passioni, cioè l’agricoltura e i droni, un progetto ambizioso e che sta riscuotendo un gran successo. L’incontro con la premier è avvenuto ad “Agricoltura è” iniziativa promossa dal Ministero dell’agroalimentare e della sovranità alimentare in occasione dell’anniversario dei Trattati di Roma. Lusini, ospite dello stand di Coldiretti insieme ad altri progetti innovativi, ha potuto presentare a Meloni l’uso di droni in agricoltura per il monitoraggio e i trattamenti fino alla semina. Una innovazione che lo aveva portato qualche mese fa a vincere l’Oscar Green di Coldiretti Toscana.
“Per me – dice Mattia Lusini – è stata una grande emozione poter presentare alla premier il mio progetto. Parlare di tecnologia e farlo in ambito agricolo ancora sembra un po’ una nota stonata ma io invece ritengo che proprio la tecnologia sia una grande opportunità per noi che siamo gli agricoltori del futuro. In particolar modo i droni in futuro saranno molto importanti per ottimizzare al massimo risorse, tempi e costi delle imprese agricole. Per me già lo sono”.
Il giovane agricoltore che guida l’azienda di famiglia (60 ettari di seminativo e olivi) a San Martino sul Fiora ha due droni da lavoro che gli consentono infatti in pochi minuti di controllare grandissime distese di campi con un notevole risparmio di tempo, costi e manodopera, raccogliere dati grazie a telecamere infrarossi, sensori sofisticati e speciali lenti, elaborarli e fornire così all’agricoltore una panoramica digitale sullo stato di salute o di crescita delle sue coltivazioni. Certo, niente viene per caso, Mattia infatti ha seguito un corso di specializzazione a Cuneo che gli ha fornito tutte le conoscenze per pilotare queste macchine.
“Sono stato molto felice di poter presentare alla premier – continua Mattia Lusini – un punto di osservazione diverso che aiuta l’agricoltore a fare valutazioni e a decidere eventualmente quali interventi mettere in campo”. Quella dei droni rappresenta una soluzione molto utile anche per il controllo della fauna selvatica e per contrastare l’abbandono dei terreni più impervi che possono essere gestiti dall’alto.
“Ad esempio – prosegue Mattia con passione nel suo ragionamento – i droni mi hanno permesso di dimostrare effettivamente i danni causati dalla fauna selvatica alla mia azienda e di percepire l’intero importo di indennizzo”. Infine Lusi sottolinea: “Ringrazio Coldiretti per questa opportunità. L’applicazione quotidiana dei droni in agricoltura è ancora molto indietro. – ha concluso Lusini – Ma sarà sicuramente la tecnologia del futuro in particolare per le aziende con grandi superfici da controllare ed analizzare”.
Nicola Ciuffoletti
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