“Cappell.AI”, l’intelligenza artificiale al fianco degli artigiani per riconquistare i mercati


FERMO L’intelligenza artificiale generativa per migliorare la competitività delle imprese e per metterle insieme. Su questi binari procede “Cappell.AI”, progetto che ha riunito l’Università di Macerata insieme ad alcune aziende del distretto del cappello come Paimar, Marini Silvano, Ferruccio Vecchi e Cecchi. Cappell.AI è capace di scaricare dal web circa 500.000 immagini di capelli ogni settimana ed è per questo il più grande dataset al mondo di cappelli.

I trend

Intercettando i trend di moda, in base al mercato, al target di clientela, e alle selezioni del cliente-operatore, Cappell.AI è in grado di selezionare le immagini e di proporre, ad esempio, mille combinazioni stilistiche da sottoporre allo stilista dell’azienda. Che poi, con una ulteriore selezione, può lavorare fino ad arrivare al campione fisico. «Ciò permette alle imprese di realizzare collezioni più efficienti nei consumi e nelle vendite», sottolinea Emanuele Frontoni, docente di informatica all’Università di Macerata, responsabile del progetto. «Nel nostro distretto abbiamo l’intelligenza artigianale per poter sfruttare appieno l’intelligenza artificiale generativa», sottolinea Paolo Marzialetti, titolare del cappellificio Paimar. Secondo il quale: «Se non prendiamo il treno dell’intelligenza artificiale rischiamo di mettere in pericolo le imprese tradizionali». Marzialetti mette in evidenza altri due aspetti connessi al progetto. Il primo è che la tradizione e la competenza manuale e artigianale dei cappellifici fermani si implementa con i nuovi processi di digitalizzazione, creando delle occasioni e del terreno fertile per i giovani.

Le scuole

«Per il nostro distretto del cappello è fondamentale la collaborazione con gli istituti tecnici, a partire dall’orientamento dei ragazzi ai mestieri artigiani, che rappresentano il futuro del mondo della moda e del lusso – afferma Marzialetti – Questo anche in un momento così difficile, oltre alla collaborazione con le università, anche alla luce delle nuove e future applicazioni legate all’intelligenza artificiale. Ed è proprio questo il solco dove Cappell.AI andrà ad incidere ed operare». Il secondo aspetto è che per utilizzare le potenzialità dell’AI sarebbe opportuno ragionare a livello territoriale, a cominciare da una unione di imprese. «Malgrado il nostro egoismo siamo portati all’intreccio relazionale, per cui ora c’è spazio per mettersi insieme con intelligenza», osserva lo stesso Marzialetti.





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