Dazi e Pnrr, confronto a Napoli con il ministro Foti


La richiesta all’Unione Europea di mettere in stand by il patto di stabilità per consentire agli Stati di sostenere l’economia e reagire ai dazi, per Tommaso Foti “è una strada percorribile”. Per il ministro per gli affari europei, a Bruxelles andrebbe chiesta anche più elasticità sul divieto di aiuti di Stato, mentre esclude categoricamente qualche chance di strappare delle deroghe sulla scadenza del 30 giugno 2026 per la chiusura dei cantieri del PNRR (“Bisognerebbe modificare tre regolamenti europei, di cui uno approvato all’unanimità”). A Napoli per il convegno di Agenda Sud 2030 organizzato dalla Fondazione Merita, secondo il ministro di Fratelli d’Italia, la mossa della Casa Bianca ha seppellito il WTO: “Se devo dire la mia, vedendolo così, in questo momento non c’è più quell’organismo che era nato per disciplinare il commercio mondiale”. 

Il neo protezionismo di Washington incombe su un Mezzogiorno industriale che – secondo uno studio di SRM presentato al convegno – negli ultimi dodici anni è cresciuto in termini di competitività, apertura ai mercati globali, capacità di innovazione e attrazione di investimenti dall’estero. Alle quattro A della manifattura (abbigliamento, agroalimentare, automotive e aerospazio) al Sud e in Campania soprattutto si è aggiunto il settore farmaceutico. Secondo il direttore di SRM, Massimo Deandreis, l’impatto dei dazi andrà valutato settore per settore, tenendo in considerazione diversi fattori: l‘automotive aveva fatto chiudere già il 2024 in territorio negativo, il primo mercato di sbocco delle merci del Sud Italia resta comunque l’Unione Europea, e alcuni prodotti come quelli dell’agroalimentare (vino, mozzarella di bufala, pasta, olio) collocandosi su un segmento premium potrebbero non soffrire una contrazione della domanda, a prescindere dall’aumento del costo finale per il consumatore. 

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Sui cantieri del PNRR, a destare preoccupazione sono le grandi infrastrutture e le case di comunità, queste ultime legate al ridisegno del sistema di sanità pubblica: “L’avanzamento è migliore di quanto non sia percepito dall’opinione pubblica, specialmente per i lavori dei Comuni. Permane qualche criticità sulle grandi opere e le grandi infrastrutture, ma ne abbiamo parlato con il commissario Fitto e si stanno trovando delle soluzioni alternative per fare in modo che i lavori iniziati possano essere completati con il residuo dei fondi PNRR non spesi e allocati in un fondo particolare o con la flessibilità dei fondi europei”. 

Nel servizio le interviste a Tommaso Foti, Massimo De Andreis, direttore generale del Centro Studi SRM, Federica Brancaccio, presidente di ANCE. 

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