Bottiglie esteticamente molto accattivanti. Nomi dei vini evocativi. Marketing efficace e mirato ai mercati più promettenti.
La “0 Alcohol Enoteca – Cocktail bar”, in un angolino del padiglione C di Vinitaly ospita i vini dealcolati di sette cantine, quattro delle quali venete e friulane.
C’è molta curiosità per questo prodotto che in Italia è ancora pionieristico. All’enoteca si avvicinano soprattutto giovani, gli assaggi si moltiplicano perché non c’è il terrore dell’etilometro in caso ci si dovesse mettere alla guida dopo la fiera. Spumanti, bianchi e rossi fermi: c’è l’imbarazzo della scelta.
Le cantine Marchesi Fumanelli della Valpolicella presentano la linea Fri Zero, due spumanti, un rosato da uve Corvina e Corvinone e un bianco da uve Pinot grigio, Fernanda e Garganega. Duecentomila bottiglie l’anno, vendute a 15 euro l’una nei mercati di Stati Uniti, Canada, Thailandia, Cina e Nord Europa.
Vinitaly 2025, viaggio tra i produttori di vino alcol free: “Dealcolati, un mercato in espansione”
«L’azienda ha appena acquistato un nuovo macchinario molto sofisticato e moderno per la dealcolazione – raccontano la responsabile dell’e-commerce Matilde Peres e il responsabile commerciale Italia Giovanni Sportelli – che filtrerà l’alcol, una sorta di osmosi inversa. Realizzeremo anche uno stabilimento ad hoc, noi siamo una start up che sta prendendo sempre più piede».
La Anna Spinato company di Ponte di Piave, cantina fondata nel 1952 da Pietro Spinato, si è buttata a capofitto già da 8 anni nel segmento dei no alcol e adesso sta raccogliendo i frutti del suo lavoro. «Siamo sempre proiettati nel futuro come filosofia aziendale – racconta la titolare Anna Spinato – . Mio figlio Roberto ha voluto provare l’avventura e adesso abbiamo creato la linea Hero, con zero alcol.
Utilizziamo la tecnica del blocco della fermentazione di mosti d’uva, facciamo sia bollicine che vini fermi, circa 100 mila bottiglie che si possono acquistare a un prezzo tra i 6 e i 12 euro. L’80% della produzione finisce all’estero, in Giappone soprattutto, ma anche negli Stati Uniti e negli Emirati arabi uniti.
I nostri vini privi di alcol, infatti, sono certificati per i mercati di religione musulmana».
La nuova frontiera ha fatto breccia anche in Friuli Venezia Giulia, precisamente a San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone, dove Lucio Spadotto, un passato da industriale della plastica e i figli Eleonora e Alessandro, hanno messo su dal niente, nel 2015, la “Lea Winery”, azienda al debutto assoluto a Vinitaly.
«L’idea dei vini senz’alcol – spiega Lucio Spadotto – è nata nel 2022, volevamo trovare qualcosa di originale, non fare la brutta copia di qualcosa che c’era già.
In famiglia ci siamo confrontati, io ho visitato le aziende all’estero che dealcolavano, ho studiato le tecnologie più avanzate. Puntiamo a una qualità elevata con due spumanti, uno bianco da uva Glera e uno rosato, e due fermi, uno bianco e uno rosso.
Costano dai 18 ai 30 euro, li vendiamo bene in tutto il mondo, in Nord Europa c’è una tradizione consolidata. Attualmente produciamo 50 mila bottiglie, il segmento è in crescita, ha potenzialità».
L’azienda De Stefani, fondata nel 1866 a Refrontolo, ma con cantina oggi a Fossalta di Piave, è già da qualche anno che dealcola.
«Fino al 2024 lo abbiamo fatto all’estero grazie alla collaborazione di un partner industriale – afferma l’imprenditore Alessandro De Stefani – , adesso che c’è il via libera produrremo in Italia. C’è parecchio interesse per il prodotto, i mercati sono ricettivi. Facciamo uno spumante da Glera, un bianco da Chardonnay e un rosso in uscita, uvaggio di Merlot e Refosco. Le nostre bottiglie dealcolate si vendono tra i 16 e i 20 euro, in particolare negli Stati Uniti, nel Nord Europa e in Corea del Sud, dove l’interesse per questo tipo di bevanda è molto elevato».
Infine, altra novità, anche le distillerie guardano al mondo NoLo. La trevigiana Castagner presenta oggi a Vinitaly due novità zero alcol, frutto di una lunga attività di ricerca sulle erbe: un amaro Leon Zero e Castagner con degustazione in anteprima del nuovo aperitivo analcolico Robì e dell’amaro Leon Zero.
Un’attenzione generale, dunque, a ridurre il grado alcolico, come il Casta Negroni: un drink costituito da grappa Casta, bitter e vermouth (tutti frutto della distilleria trevigiana) ma a soli 9 gradi.
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