4 aziende su 10 scelgono di non rinnovare il parco auto con le nuove norme sul fringe benefit


Secondo uno studio dal titolo “Caro Fisco ti scrivo”, presentato nel corso dell’undicesima edizione del Fleet Motor Day è emerso che, in seguito all’entrata in vigore a gennaio 2025 delle nuove norme sui Fringe Benefit, numerose flotte aziendali non vengono rinnovate in quanto 4 aziende su 10 scelgono di aspettare non rinnovando il parco auto e prolungando i contratti attuali.

Flotte aziendali: 4 aziende su 10 hanno scelto di rinviare il rinnovo del proprio parco veicoli

Ricordiamo che Fleet Motor Day, l’evento annuale dedicato ai gestori delle flotte aziendali promosso a Roma e presso l’autodromo di Vallelunga, da LabSumo a cui hanno preso parte anche ANIASA e UNRAE. L’edizione di quest’anno si è concentrata sulle difficoltà che il settore della mobilità aziendale sta affrontando, aggravate dalle nuove disposizioni fiscali sui fringe benefit introdotte con l’ultima Legge di Bilancio. L’indagine, condotta su un campione di 98 fleet e mobility manager responsabili di circa 83.000 veicoli, ha analizzato gli effetti concreti delle nuove aliquote previste dal 2025 sulle flotte aziendali.

Il 42% delle aziende ha posticipato il rinnovo della flotta, prorogando i contratti attuali, mentre l’11% ha rinegoziato con le società di noleggio per soluzioni più economiche. Guardando al futuro, il 60% intende modificare car list e car policy, mentre il 10% valuta l’eliminazione dei veicoli termici. Penalizzate le full hybrid: un terzo dei fleet manager le escluderà dai futuri rinnovi.

Flotte aziendali: 4 aziende su 10 scelgono di non rinnovare il parco auto con le nuove sul fringe benefit norme

“All’interno di un contesto segnato da forte instabilità, generata dalle nuove regole sui fringe benefit legati alle auto aziendali,” sottolinea Luca Zucconi – membro del Comitato Scientifico di LabSumo, “le imprese, come emerge chiaramente dai dati raccolti nella survey condotta su quasi 100 fleet e mobility manager, si vedranno costrette a ridurre gli investimenti nel welfare dei dipendenti per fronteggiare l’aumento dei costi dei veicoli, stimato tra il +20 e il +30%”.

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