La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha ospitato al Nazareno una serie di incontri per affrontare temi economici e sociali di primaria importanza, tra cui i dazi, il lavoro e le prospettive politiche dell’opposizione. Tra gli appuntamenti più attesi, quello con Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ha catalizzato l’attenzione per il peso politico e simbolico di un’alleanza che si rafforza in un momento critico per il Paese.
L’incontro tra Schlein e Landini si è svolto in un clima di collaborazione, con al centro la necessità di costruire una risposta unitaria alle sfide poste dai dazi annunciati dagli Stati Uniti e dalle difficoltà del mercato del lavoro italiano. Schlein, consapevole dell’urgenza di reagire alle politiche protezionistiche di Trump, ha ribadito la necessità di un’Europa compatta e di un governo nazionale che non si limiti a rimodulare risorse esistenti, come quelle del PNRR, ma investa in modo deciso per proteggere imprese e lavoratori. “Non possiamo accettare il gioco delle tre carte del governo Meloni, che sottrae risorse al Sud e alla coesione sociale,” ha dichiarato Schlein, trovando in Landini un interlocutore determinato a contrastare qualsiasi misura che penalizzi i lavoratori.
Landini, dal canto suo, ha portato al tavolo il tema dei referendum promossi dalla CGIL, previsti per l’8 e 9 giugno, che chiedono cinque “sì” su questioni come il ripristino dell’articolo 18, la responsabilità delle imprese appaltanti e il contrasto alla precarietà lavorativa. L’incontro ha confermato il sostegno pieno del PD a questa iniziativa, con Schlein che ha sottolineato l’importanza di mobilitare la base per raggiungere il quorum. “Questi referendum sono una battaglia per la dignità del lavoro,” ha affermato, richiamando l’unità tra partito e sindacato per contrastare le politiche del governo, accusato di favorire la precarizzazione e di ignorare le esigenze dei lavoratori.
Il dialogo si è soffermato anche sulle conseguenze dei dazi, che rischiano di colpire duramente settori chiave dell’economia italiana, come l’agroalimentare e la manifattura. Landini ha criticato l’immobilismo del governo, definendo “un saccheggio” l’idea di devolvere fondi pubblici alle imprese senza un piano strutturale per tutelare l’occupazione. Schlein ha condiviso questa preoccupazione, proponendo misure come il salario minimo e il rinnovo dei contratti collettivi per affrontare la crisi dei salari, tra i più bassi in Europa.
L’incontro non è stato solo un confronto tecnico, ma un’occasione per rinsaldare l’asse politico tra PD e CGIL, un rapporto che Schlein considera strategico per costruire un’alternativa alla destra. Nonostante le tensioni interne al PD, con l’ala riformista che guarda con cautela ai referendum, la segretaria ha scelto di puntare su una linea chiara, senza chiedere “abiure” ma invitando alla partecipazione. Con Landini, ha tracciato una road map che guarda alle piazze e al voto di giugno, con l’obiettivo di trasformare il malcontento sociale in una forza politica concreta.
In un’Italia stretta tra incertezze globali e fragilità interne, l’incontro tra Schlein e Landini segna un passo verso una opposizione più incisiva, capace di parlare ai lavoratori e di sfidare un governo percepito come distante. La strada è lunga, ma il Nazareno oggi ha mandato un segnale: l’unità tra politica e sindacato può essere la chiave per cambiare rotta.
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