10 antidoti per le PMI prima dello tsunami dei dazi di Trump


“America First” non è solo uno slogan elettorale. È’ stata ed è una strategia che sta ridisegnando gli equilibri mondiali.

Se c’è una cosa che Trump ha sempre fatto è negoziare, con mosse aggressive a sorpresa, sbaragliando il tavolo per alzare il prezzo. Nelle sue imprese, nei rapporti diplomatici, nella narrazione economica.

E l’attesa delle sue decisioni, le dichiarazioni, le minacce fanno tremare l’economia globale.

I dazi: uno tsunami per le filiere corte e lunghe

Trump ha annunciato di voler applicare dazi a tutti, in maniera differenziata. Anche in passato ha già colpito prodotti europei: acciaio, alluminio, vino, moto. Ma in realtà, è l’effetto domino quello da cui dobbiamo guardarci.

Perché se gli USA si chiudono, altri paesi reagiranno di conseguenza. L’Europa potrebbe fare lo stesso. La Cina, pure.

Nessuno può dirsi davvero al sicuro.

In questo scenario, chi non ha un piano B rischia di essere escluso dal gioco.

Cosa rischiano davvero le PMI?

Per molte PMI che esportano o importano componenti, questo si traduce in 3 macro rischi:

  • rincari improvvisi,
  • interruzioni delle forniture,
  • perdita di competitività sui mercati esteri.

Non si tratta solo di margini e contratti nel breve termine. Ma di prospettive.

La vera minaccia è rimanere dentro una mentalità lineare. Pensare ancora a mercati stabili, previsioni annuali, piani di attività “inerziali”, come se nulla potesse accadere.

Il rischio è non esserci allenati a valutare, anticipare e gestire il rischio.

10 MOSSE PER ANTICIPARE I RISCHI DI BUSINESS (E NON FARCI TROVARE IMPREPARATI)

  1. FAI UN “CHECK-UP DI DIPENDENZA”

Quali fornitori esteri, clienti chiave o tecnologie critiche sono il tuo tallone d’Achille?

Misura il tuo grado di dipendenza e costruisci scenari “what if”: cosa succede se domani saltano?

  1. ALLENA LA VISTA LUNGA

Non leggere solo il fatturato. Leggi i segnali deboli: tensioni geopolitiche, cambi di normative, oscillazioni nei costi e nell’approvvigionamento delle materie prime.

Allena te stesso o almeno una persona in azienda a fare “intelligence imprenditoriale”.

  1. CREA UN PIANO B. E ANCHE UN PIANO C.

Sii pronto a cambiare rotta rapidamente.

Diversifica clienti, mercati, logistica e canali digitali. Il piano B e C non è segno di paranoia, ma di sopravvivenza intelligente.

  1. FAI STRESS TEST ALLA TUA AZIENDA

Ogni semestre, chiediti: cosa succede se perdo il mio miglior cliente? Se il costo dell’energia raddoppia?

Simula. Anticipa. Adatta.

  1. SOSTITUISCI LA GESTIONE DELL’URGENZA CON FOCUS STRATEGICI

Ogni mese, dedica un’ora fissa ( ad esempio, il primo lunedi di ogni mese) alla discussione dei rischi e degli scenari con il tuo team di fiducia.

Fai domande scomode. Non lasciare che la “gestione dell’urgenza” oscuri quella dell’importanza.

  1. COSTRUISCI UNA CULTURA DELLA TRASPARENZA

Se chi lavora con te ha paura di segnalare criticità o idee impopolari, il rischio sarà invisibile fino all’esplosione.

Crea un ambiente dove è normale parlare di ciò che non va, senza cercare il colpevole, e agire di conseguenza.

  1. PENSA COME UNA STARTUP

Anche se hai 30 anni di esperienza: sii veloce, sperimenta, sbaglia in piccolo.

I dinosauri non si sono estinti perché non erano potenti. Ma perché erano lenti.

  1. RENDI IL CONTROLLO DI GESTIONE UNO STRUMENTO STRATEGICO

Non ti serve solo sapere quanto hai speso o guadagnato: ti serve capire dove stai andando, e cosa puoi correggere prima che diventi un ostacolo.

  1. NON AFFRONTARE I RISCHI DA SOLO

Crea alleanze con altri imprenditori, aderisci alle associazioni di categoria, partecipa alle discussioni nelle Community.

L’intelligenza collettiva è il vero scudo anti-crisi. Da soli si va più veloci, ma in rete si arriva più lontano.

  1. RICORDATI CHE IL RISCHIO PIÙ GRANDE È NON CAMBIARE

La gestione del rischio è un modo di pensare.

Non si tratta di diventare pessimisti, ma di diventare ancora più lucidi.

L’inerzia è un killer silenzioso. Allenati ad agire in anticipo.

In sintesi: Anticipare è meglio che resistere

La differenza tra chi sopravvive e chi soccombe non sta nella “resilienza”, ma nella capacità di pre-visione. Di saper passare da un approccio reattivo a uno proattivo.

Non possiamo più permetterci di aspettare per vedere cosa succede.

Dobbiamo riuscire a leggere il rischio come si legge il meteo: con intuito e anche con opportuni strumenti.

E trasformare la paura in progettualità.

La frase su cui riflettere

“Solo quelli che rischieranno di andare troppo lontano avranno la possibilità di scoprire quanto lontano si può andare”, S. Eliot.



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