Novo Nordisk investe 2 miliardi in Italia e rinforza il polo farmaceutico di Anagni




ultim’ora news 15 marzo ore 8


La multinazionale del settore farmaceutico Novo Nordisk investirà oltre 2 miliardi di euro per l’ampliamento dello stabilimento farmaceutico di Anagni nel Lazio. Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro delle imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, ha deliberato la dichiarazione di preminente interesse strategico del programma d’investimento estero sul territorio italiano denominato «Novo Nordisk Fill and Finish Expansion Anagni».

Il programma, come si legge nella relazione tecnica, comporterà 800 assunzioni di fatto raddoppiando gli attuali impiegati e incentivi alla co-progettazione dei corsi di laurea e dottorati tra atenei e imprese, e il potenziamento della condivisione e della collaborazione tecnologica tra imprese, atenei e centri di ricerca.

Di conseguenza si determinerà un ampliamento della domanda di servizi di ingegneria e di produzione di attrezzature, il trasferimento tecnologico a livello locale e nazionale, l’acquisizione per l’Italia di un ruolo di riferimento mondiale nel settore biotecnologico e dei medicinali iniettabili (come i trattamenti per il diabete e l’obesità), nonché la formazione di manodopera altamente specializzata. 

Il Lazio come hub tecnologico

L’investimento Novo Nordisk conferma il ruolo della regione «come polo di eccellenza nelle nuove tecnologie, nell’innovazione, nella ricerca e nel biotech, dimostrandosi sempre più attrattiva per le multinazionali che scelgono di investire nel territorio, contribuendo allo sviluppo dell’innovazione e della competitività», ha commentato la vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico, al Commercio, all’Artigianato, all’Industria e all’Internazionalizzazione della Regione Lazio, Roberta Angelilli.

Il piano di investimento riuscirà a far aumentare del 10% degli occupati nel settore farmaceutico nel Lazio e a far crescere le esportazioni in quanto i prodotti farmaceutici rappresentano la voce predominante (43% nel 2024) delle esportazioni regionali. (riproduzione riservata)



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