Nuove agevolazioni fiscali per le grandi imprese agricole, forestali e della pesca nelle Zes uniche.
(Foto: Ursula von der Leyen, presidente Commissione UE)
La Commissione europea ha dato il suo benestare all’Italia per estendere fino al 2025 il regime di aiuto per il credito d’imposta sugli investimenti nelle Zone economiche speciali (Zes) uniche. Questo provvedimento, previsto dalla legge di stabilità 2024, è rivolto alle grandi imprese operanti nei settori della produzione primaria dei prodotti agricoli, forestali, della pesca e dell’acquacoltura. L’obiettivo è incentivare gli investimenti e sostenere la crescita economica in queste aree strategiche.
Le motivazioni dell’Ue
La decisione della Commissione europea si basa sulla valutazione che il regime italiano sia conforme alle norme sugli aiuti di Stato, in particolare alle linee guida del 2014 sugli aiuti alle regioni svantaggiate. Bruxelles ha ritenuto che il credito d’imposta sia “necessario, appropriato e proporzionato” per promuovere lo sviluppo economico nelle Zes, senza distorcere la concorrenza nel mercato unico.
“L’approvazione di questo regime di aiuto dimostra l’impegno dell’Ue a sostenere le regioni che necessitano di un impulso economico”, afferma la Commissione europea. “Tuttavia, è essenziale che questi fondi vengano utilizzati in modo trasparente ed efficiente”.
Le reazioni italiane
Il governo italiano ha accolto con favore la decisione dell’Ue. Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha commentato: “Questa autorizzazione rappresenta un’opportunità unica per rilanciare gli investimenti nelle aree più svantaggiate del Paese. Le Zes uniche sono un pilastro fondamentale della nostra strategia di sviluppo territoriale”.
Anche le associazioni di categoria hanno espresso soddisfazione. “Il credito d’imposta è uno strumento cruciale per attrarre investimenti nei settori agricolo e della pesca, che sono vitali per l’economia italiana”, ha affermato Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti.
Cosa prevede il credito d’imposta
Il credito d’imposta autorizzato dall’Ue permette alle grandi imprese di beneficiare di una detrazione fiscale fino al 25% degli investimenti effettuati nelle Zes uniche. Le agevolazioni riguardano progetti legati alla modernizzazione delle infrastrutture, all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità ambientale.
Secondo i dati del Ministero dell’Economia, nel 2023 sono stati già approvati investimenti per oltre 1,5 miliardi di euro nelle Zes, con un impatto significativo sull’occupazione locale. “Grazie a queste misure, stiamo creando migliaia di posti di lavoro e attirando capitali stranieri”, ha aggiunto il Sottosegretario agli Affari europei, Vincenzo Amendola.
Critiche e sfide
Non mancano, tuttavia, le critiche. Alcuni esperti temono che il credito d’imposta possa favorire principalmente le grandi imprese, a discapito delle piccole e medie aziende. “È necessario garantire che i benefici siano equamente distribuiti”, ha sottolineato Maria Rossi, economista dell’Università Bocconi.
Inoltre rimangono dubbi sull’effettiva capacità delle Zes di attrarre investimenti a lungo termine. “Le agevolazioni fiscali sono un buon inizio, ma da sole non bastano”, aveva dichiarato in un’intervista Luca Bianchi, Direttore della Svimez. “Servono politiche integrate che migliorino le infrastrutture e la formazione professionale”.
Consolidare il ruolo delle Zes come motore di sviluppo
Con l’estensione del credito d’imposta fino al 2025, l’Italia ha ora l’opportunità di consolidare il ruolo delle Zes come motore di sviluppo economico. Tuttavia, il successo di questa iniziativa dipenderà dalla capacità del governo di garantire una gestione trasparente e un monitoraggio rigoroso degli investimenti.
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